lunedì 30 settembre 2013

Sassari, 30 settembre 2013

 
IL MORSO DEL CAIMANO


Il caimano aveva morso ancora la sua preda favorita...questa volta forse a morte.
La povera fanciullina Italiota che aveva per nome "Demo-Craxìna Piduìna Tricolorina"- perchè , dovete sapere, il Babbo era un tipo bizzarro e si era stufato di chiamarla "Cappuccetto Rosso" perchè sapeva troppo di comunista-stalinista, era stata allevata dal popolo in nome di sani principi: onestà, lealtà, rispetto delle leggi, della separazione dei poteri costituzionali, lavoro, legalità, libertà d'opinione e di espressione. E tuttavia come tutte le ragazzine un pò troppo giovani e un pò troppo alla ricerca del brivido non disdegnava la compagnia di massoni, piduisti, complottisti, ex-fascisti, dinamitardi, agenti dei servizi segreti, generali golpisti , magistrati corrotti e mafiosi vari. Insomma, le piaceva il brivido della trasgressione. Tra la fanciulle europee figlie della Grande Guerra Seconda, non c'era ragazzina più trasgressiva di lei.

"Ma che bocca grande che hai! " Aveva gridato C' era una volta, vent'anni fa, Dalemina, fingendo imbarazzo alla sua cena. "Per mangiarti meglio!" aveva risposto Caimano senza tradire emozione .
E Dalemina gli fu riconoscente e giurò di prenderlo sempre sul serio anche quando il più imbecille del paese avrebbe capito che il Grande Caimano lo stava prendendo per i fondelli.
Ma Dalemina che si credeva più furba e navigata del Grande Caimano Mediatico pensava tra sè e sè "Credi di avermi in tasca, ma io sono più furba di te, e un giorno o l'altro, di sicuro, sarò io a prenderti per il naso".
Nel frattempo Dalemina si accucciò nella sua cuccia presso Monte Citorio e non si mosse più di lì, senza mancare mai di prendere molto sul serio e di chiosare e commentare quasi fosse la Bibbia qualsiasi cilatronerìa del Grande Caimano Magagalattico Sua Signorìa Cavaliere dell'Impero Mediatico Serpentone I.
"Ma che Grande Conflitto d'Interessi che hai!" aveva detto Violantina, un dì, per non essere da meno delle sua amichette Dalemina e Veltroncina. "Per auscultarti meglio", piccina mia, disse il Grande Caimano, che era onnivoro e insaziabile come un Vero Grande Caimano Italiota.
E Violantina si accucciò riconoscente ai suoi piedi, facendo da tappettino al Caimano, ogni volta che questo si alzava di notte a causa della sua infiammazione prostatica.
"Ma che occhio grande che hai, o Grande Fratello mio!" aveva detto un giorno Veltroncina, esperta di cinema d'essai.
"Per osservarti meglio, stupidina," disse il Grande Fratello Caimano I, noto anche come Il mangia-comunisti, lo strozza-preti e il Grande Lupo del Bosco Mediatico.
E la piccola Veltroncina si era acquattata buona-buonista sbavando a ogni parola del Grande Fratello e auscultandolo con Grande Serietà quale avrebbe meritato solo un Grande Fratello mediatico Padrone di Tre Lupe Televisive.

Fu così che un giorno la piccola Demo-Craxina Italiota, dopo avere vagato a lungo (e ahimè invano) nel bosco in cerca di quLCHE DELINQUENTE MAFIOSO che le facesse la festa, giunse che era ormai quasi notte alla Grande Casa Comune in Via Monte-Citorio o Clitorio, le voci qui vaneggiano un poco, e vedendo il Grande Lupo acquattato sul portone di Monte-Citorio, fece finta di non riconoscerlo per quello che era.
"Vieni qui piccina mia" disse il Grande Lupo con le orrende fauci spalancate e l'acquolina che gocciava dalla orribile dentiera fracassata dalla zoccolata di una olandesina volante in una piazza di Milano.
"Fossi matta" aveva gridato Demo-Craxina che seppure ingenua, così scema non era del tutto, e ormai non si beveva più le cialtronerie del Grande Fratello Lupo Caimano I (molti altri ne dovevano seguire...Lupetta Prima, Alafana II, Caimanino I, Zoccoletta I,....) e tirò fuori una 44 Magnum Special che le aveva prestato il suo amico Clint Eastwood ad un party Holliwoodiano, (dove Clint faceva il sindaco a tempo perso). Ma la poverina non aveva fatto i conti con l'astuzia del nostro Lupo Mediatico I (altro suo nome in codice) che nascondeva sotto le lenzuola un Kalashnikov di fattura sovietica, prestatogli, in occasione di una visita in Russia, dal suo amico comunista certo Casimiro Lupin o Putèn...Non si sa bene...
Insomma, per farla breve, una sventagliata di kalashnikov di ottima fattura sovietica spezzò le reni e la vita della povera Demo-craxìna, che spirò tra le braccia inorridite (?) delle sue amichette Napolitìna, Epifanìa, Renzìna, Grillìna, Dalemìna, Veltroncina e altre che erano che venute per invitarla ad una spiaggiata sulle Alpi Dalemiane.

Nessun cacciatore passò quel gorno a soccorrere la poveretta colpita a morte, nessuna Ambulanza della Protezione Civile (acquistata a suon di dobloni da Caimano- Lupo Mediatico I) osò farsi viva, nessun Magistrato con la toga nera o rossa osò citare in giudizio il Grande Caimano. Tanto più che questi ebbe l'accortezza di sfare sparire il cadavere.

Quando finalmente qualcuno, timidamente, forse a Servizio Pubblico, gli fece la terribile domanda: "Cavaliere, lei ha mai sentito parlare di una certa ragazzina terribile a nome Demo-Craxìna?"
"Perchè? a che titolo mi fate questa improbabile domanda?" protestò il Caimano sbavando un poco dalle sue fauci televisive.
" Ci scusi tanto, onnipotente, impenitente, Grande Impunito, ma risulta che sia stata ammazzata a suon di Kalashnikov catto-comunista presso il cortile di Monte-Citorio. Testimoni assicurano che lei fosse colà accucciato quando la poveretta fu rasa al suolo dalla sventagliata del kalashnikov di ottima fattura sovietica.

Il Cavaliere si aggiustò sulla poltrona con sussiego, passò il fazzoletto sulla seggiola di cuoio amerindio imitando una sua precedente comparsata, e facendo sollevare l'audience del suo partito del 5 per cento, allargò la grande bocca pluri-vorace in un ampio sorriso compiaciuto e altrettanto spaventoso, e con la sua voce melliflua che tanto aveva incantato le platee televisive di Porta a Porta, sentenziò: "Mi consenta, certo che ho sentito parlare della povera ragazza, non era una delle Olgettine che partecipavano alle mie cene di lavoro? non era la figlia di Mu- Barak Obama? non era la nipote di Bondi? non era la segretaria di Ratzinger? non era amica intima della sorella della Santanchè? " ...e qui fece una lunga pausa da sapiente attore-clown-buffonesco-mediatico-intrattenitore-pifferaio-cialtrone-magico, qual'era. "Ma non avete detto che è stata ammazzata con un Kalashnikov di ottima fattura sovietica? Ma , allora, suvvia! andiamo! sorbole! " e si riaggiustò sulla sedia contorcendosi in mille spire Biscionesche e disse allora L'unto del Signore, Il Verbo Mediatico.
"Suvvia, andiamo! E' tutto chiaro come il sole. E' chiaro quasi come il tg del mio amnico Fedele Fede. So per certo , perchè l'hanno detto i telegiornali di mezza italia, Studio Aperto £, TG 5%, Rete 4$, Italia 1, 2 e 3 che sono stati i catto-comunisti di Renzi Veltroni Dalema Epifani Bersani Rutelli a farla fuori per addossare le colpe a me che sono, è noto a tutti, un grande amico delle fanciulle in fiore, o come diceva il mio grande amico Marcel, "les petites jeunes filles en fleur".
L'infido giornalista di Servizio Pubblico si passò la lingua sui baffi mormorando: "Grazie per la sua risposta, saranno gli italiani a giudicare se vi è sincerità nelle sue parole o meno".

Il Grande Affabulatore, il Grande Comunicatore, Il Grande Cavaliere, L'Unto del Signore, l'Osannato dalle Masse Televisive, Il Campione in Campo, Il Forzista di Forza Italia, Il Popolano del Popolo d'Italia, il Liberale delle Case delle Libertà, il difensore della Chiesa, dell ralegione, della Fede, della Libertà, dell'Impresa , della Lingua Inglese, di Internet, delle TRE I scopiazzate dalle TRE E di Roosvelt , fece una grandissima e sapientissima pausa e con un sussiego millenario che gli proveniva dall'essere Lui L'Unto del Signore, Il Messia, L'atteso, il Divino , Il Verbo Mediatico Incarnato e Fatto Uomo e Premier, e Immune Parlamentare da ogni Colpa, delitto e castigo, sospirò con benevolenza infinita e infinita compassione per l'ignoranza galattica dei suoi interlocutori e con voce strascicata da Lombardo navigato di lungo Sorso e Corso, così parlò :

"MI consenta...Gli italiani sono amici miei" disse il Caimano con un sorriso enigmatico che gelò il sorriso in volto al conduttore del Ventennio " mi conoscono bene...e io conosco bene loro...io sono l'incarnazione perfetta del perfetto italiano...diciamo sottometafora che io potrei essere definito LA TEMPESTA PERFETTA ma mi accontenterò del titolo di Unto e Verbo del Signore, ...io amo gli italiani e gli italiani amano me,...io amo la famiglia, la casa, il lavoro, ... come gli italiani odio le tasse, l'imu, l'ici, ...amo l'evasione, come tutti gli italiani che evadono...amo le barzellette... e loro mi sono riconoscenti per questo...ho dato agli italiani più tempo libero di quanto non si siano mai sognato....ho fatto chiudere più fabbriche io di chiunque altro...amo la famiglia...tant'è che mi moglie si accontenta di 100.000 euro al giorno...so che alla fine ci intendiamo...Vede, mi consenta, se insisto, su questo punto cruciale, Anche questi scavezzacolli del PD...sì sono comunisti... e li perdono...anche Bondi è un ex.comunista, anche Ferrara...tanti miei amici sono ex. comunisti...li perdono...li conosco uno per uno...tutti bravi ragazzi...sì, ogni tanto mi fanno qualche birbonata...ogni tanto fanno finta di darmi addosso...li capisco....tengono famiglia...tengono sete di potere pure loro...e chi non ne ha? ...ma sono inoffensivi...alla fine un accordo ...per il bene del paese...lo troviamo sempre...nevvero picciotti?"

Sa vida est un'arte ei s'arte est vida.

Thathari, 30 de Martu Duamizas e trighi.

Sa vida ei s'arte.
Un'omine male incaminadu salvadu dae sa litteradura.


S'atera die fio iscurtende sa radio in macchina cando apo intesu un'intervista ai custu ex carceradu chi como faghet s'attore e l'at fattu puru in su film "Cesare deve morire" de sos frades Tavianos.

Cando sa presentatrice l'at dimandadu comente aiat incuminzadu a tribagliare in su teatru issu at rispostu chi un egastolanu l'aiat dadu unu brogliaccio de Shakespeare e dai tando at cumpresu chi s'arte li pudiat salvare sa vida.

Sa vida sua no meritaiat de la viver cun rabbia, disisperu e infelizidade, s'arte l'aiat ammustradu chi b'aiat ateros modos de vivere.

At imcuminzadu a reare in su teatru de su carcere e at cumpresu chi podiat fagher un'atera vida.

At conclusu nende chi s'arte l'aiat salvadu e deo tando apo pensadu a tota s'indiferenzia cun sa cale nois mastros e istudentes nos acculziamus a s'arte.

S'arte est sa cosa pius alta e pius bella de s'umanidade basta de pensare a totu cussu chi nos dat una singula poesia o sa bisione de unu pintu o de una iscultura.

Su tempus passadu i cumpagnia de s'arte est su tempus mezus de sa vida ca est in cumpagnia de sa bellesa matessi a sa cale totu nois abbaidamus e disizamus.

Cando bos sentides " a terra" de sentidos e de ispiritu, leggidebos una poesia, leade unu liberu, bos a zis a faghere unu piaghere.



UNU DICIU PRO MELEDARE: no est a si nde pesare chitto, est a inzertare s'ora.

NOSTALGIA

THATHARI , SU TRES DE LAMPADAS 2019 Nostalgia, est paraula grecana, cheret narrere, comente ischides tottu, dizizu de torrare an domo ...