ajo' nara: poesia cument "asamprainata samadhi"
In d'unu liberu de Elemire Zolla "Archetipi" (Red edizioni, 2003) b'at una definizione de poesia chi mi piaghesit meda: asamprainata samadhi. Est una espressione in sanscritu chi cheret narrer un'ispessie de "unione metafisica" intra e s'osservadore ei sa cosa osservada. Una cosa chi sos poetes connoschen bene. Nde fimus faeddende oe in d'una classe de su liceo - sa 1 B - ca devia introduire su modulu de poesia inglesa, e tando lis apo nadu de chircare una filasteria in ingleseu, una cantone sempre i inglesu e una poesia in limba italiana: s'iscopu fit de li fagher a abidere chi de sa poesia isso ischin già medas cosas e mi pariat cosa ona de los acculziare a sa poesia inglesa cuminzende dae sa idea de poesia chi ognunu de aissos giughet in conca o mezus, in coro sou.
Mi s'an battidu poesias bellas meda de Quasimodo, (m'illumino d'immenso sa pius gettonada, forsis ca fit puru sas pius curza...) de Ungaretti, de D'annunzio (piaggio sul pineto), de Pascoli (novembre), de Montale, de Neruda, de Leopardi (Infinito), a sa fine pro los premiare (!) lis apo resadu una poesia mia in limba sarda, "Pitulera luna" de su 1996. Ma'n'iscultadu chena bi cumprendere un'acca ma poi lis apo contadu su sinnificu in italianu. Dogni istudente deviat leggere sa poesia chi aiat battidu e s'atmosfera fit bella meda, chi manco duos operaios chi sun bintrados a che leare un'anta de unu balcone l'an potida guastare.
Cand'an ischidu chi aio iscrittu ateras poesias in inglesu e in italianu m'ana pedidu de las pubblicare in su blog, e sigomente fia battor meses chena poder acciapare un'iscuja pro iscriere issu blog (blocco creativo????) apo nadu: beh, custa est sa olta chi torramus a iscriere in su blog.
No isco si sas poesias an a esser de piaghere ostru, ispero chi emmo, si azis a iscujare sa poveresa de s'artista chi est mancadu a sas ambiziones suas.
Sas poesias sun de periodos e de materias differentes, beh, azis a bider bois cales bos aggradan si mai.
DUST BIN
(9/11 dust)
One year has passed, four
long seasons of war,
and I’m still here and puzzled and wonder
thinking of what you’ve done.
Of what US have done,
with God on our side, both.
Bin,
you son of the Western Progress,
I saw your dust,
And I was shocked
And For a few months,
Couldn’t think of anything else
Bin,
I saw your Satan’s face In the
dust
Of New York’s fallen obelisks
The Sentinels of Trade and Commerce
The Doors of Finance and Greed
Before the press And the Television
Ever said a word
About your Evil dust face
I had seen it
Your face of dust, Grinning
Haunting the city
With the phantom sentinels.
Congratulations,
Mr Bin For the Big Dust
And the Big Death Of the Infidels.
I hope your God is happy (whiich I think not).
Bin, I am nobody, but
thou art dust,
Bin
Thou art bound to die
Bin
Even though Thou be Mr Death
Death shall have your Scalp.
Now the palefaces
Have already unburied Their tomahawk
Now it’s war, Bin , That’s what you wanted
you’ve got it! that’s what you were longing for
Right then, on that day, I had a stomachache,
you know, I saw your face
On Al Jazeera News, I saw Your sunken eyes
Your ill-looking pale-face, your forked tongue
your long knives, your guns. Your Apparel of Death.
Your white lips Pouring sick messages
Your faithful cowboy rifle.
You know what, Bin?
You reminded me of some old pale
Wanted Western gunman
Wanted - dead or alive
in the Sheriff’s room.
Sometimes, I wonder
was there such a great distance
between you and Mr Gee Dablju Bush’s
country cowboy’ s boots with the Stars and Stripes and the Golden Eagle?
Bin,
Sure, you had
great Masters teaching the ICT of Death
In the Western colleges of Evil
and Universities of Democracy
Ltd & Civilisation Co.
all Brothers
in Arms.
But, Bin
Now, thy secrets are unveiled.
Thou art Bin
And thou art dust of the Arabian
Desert.
Sure, you can uplift great clouds
of Western blood
With one little finger
Whirling the West
in great shrouds of western dust
tears and terror.
But, Bin
the rage of the Golden Eagle shall pursuit you
and thou shalt sleep no more, thou shalt not
sleep in peace anymore.
The Eagle of Gold and In God we trust
shall unmask you and smash you
on the Arabian sands of Afghanistan
cost what may...
Bin
Medieval Bin Art Thou Muslim dust?
Thou art the dust of the dust,
Dust Bin Thou art
I ain’t gonna forget you, I shall not ignore you
I wouldn’t ignore you
Mr Death Sales Representative.
Mr Bin Mr Dust Mr Death
Thou, too, must die in dust.
Mr Bin.
Mr Big Death Himself shall put
you
In his Dust Bin
and never let you out,
‘cause , Bin, you’re Butcher ‘s Dust Bin Clouded with Red Dust.
alla bottega del fabbro
la tua parola se ambiziosa
che sia ruvida come il
sasso inciso
spoglia e dura come una
stele
per la fondazione di un
tempio
la tua parola se fonte
montana
che sia lapide del tuo
tormento
fiore sulla terra
comune
vanga che solca il
ventre della terra
la tua parola o umile fabbro
che sia forgiata nel
fuoco dell ‘ esperire
battuta ancora rovente
sull’incudine
e poi a sfriggere nel
cantaro di pietra
la tua parola che sia forgiata
ad artigliare il dolore
stretta come tenaglia a
mordere
l’angoscia che trapassa
il tuo cuore
incandescente sull’incudine
ASSENTE
immaginati assente
da
questo mondo febbrile
immaginati polvere di roccia
staccata dal vento del sole
figlio di
questa madre impassibile
immaginati soffio
caldo di brezza del sud
onda
cullata dell' usato mare
immaginati
puro sguardo imperturbabile
Ballata
per Alessandro.
Cinque
anni sono passati, cinque lunghi inverni,
trascorsi
a scavare tra i versi
il
senso della vita e la via, il sentiero,
senza
capire quanto aspro e duro,
con
i tuoi adolescenti compagni,
e
ora con innocente crudeltà un’allieva
assegna
per una volta al maestro il compito a
casa:
“Racconti,
se può, di noi, e di queste cinque stagioni insieme trascorse”.
Sorpreso e sventato, fece
promessa di versi,
in
loro omaggio invano cercò una poema
degno
dell’impresa,
un
canto di commiato, una lirica, un’ode,
nessuna ne scrisse e nessuna trovò, tranne questa
che
lo colpì con clamore:
“E’
ora che questo cuore venga divelto
poiché
altri esso ha cessato di muovere:
tuttavia, sebbene
non possa essere amato
ancora
lasciatemi amare!
A
lungo in verità sulla strada il maestro
perplesso
si interrogò
sul
come il libro della vita si fosse
impigliato
su quei versi dell’eroe poeta
caduto
a Missolonghi,
del
guerriero per la libertà,
scritti
come presentimento di morte, in terra
di Alessandro.
I
miei giorni sono della foglia gialla;
i
fiori e i frutti dell’amore, perduti;
Il
verme, il cancro e la pena,
sono
miei solo.
Neanche
vedendo il pianto sui bei volti stravolti
del coro di fanciulle, che più non attendevano i
versi
pensava
il maestro che fosse quella l’elegia,
quello
il duro commiato della vita, il piatto amaro approntato dal destino.
Il
fuoco che sul mio petto preda
è solo come un isola di vulcano;
nessuna
torcia accende al suo fulgore
una
pira funebre.
Quando
il maestro ebbe in risposta alla sua confusione
il
tuo nome, o Alessandro – l’allievo di
Aristotele,
il
giovane padrone del mondo-,
non
pensò ad un oracolo metafisico
non
pensò che quello fosse il tuo canto funebre
che
gli spezzava la parola in gola
.........................
Se
tu rimpiangi la tua gioventù, perché vivere?
La
terra della morte onorevole
è
qui: – su, al campo di battaglia , e
rilascia
per
sempre il soffio vitale.
E
lui ancora non comprese
finché
col cuore pesante,
alla pagina dimenticata aperta sullo scrittoio
il
suo pensiero ritornò,
sull’
ultima epifanìa dell’amato poeta:
Cerca
– più spesso trovata che cercata –
una
tomba di soldato, per te la migliore
e
poi guardati intorno, scegli il tuo terreno,
e
prenditi il tuo riposo.”
Solo
allora il maestro comprese
che
il caso aveva scelto per te, timido re
pacifista ,
dal
cuore troppo nobile e fragile,
in
guerra solo con te stesso ,
che
cercavi amici sulla ragnatela invisibile ,
l’epitaffio
del poeta-sconfitto caduto per l’altrui libertà;
il fatale
commiato
dagli
amici crudeli e innocenti,
dal
maestro distratto,
dall’estraneo
mondo,
dall’alieno
racconto,
dalla
vita, incomprensibile tela,
intessuta da un dio indifferente.
Dear Bill,
Bill,
poetry is a never ending game
played by generous fools;
a poem, my dear Will, is a jewel
hidden by a dentist
into the teeth
of a sleeping crocodile;
a poem, oh Bill, is an electric motion
put into words -
translated into an alien language -
and understood by flowers;
poetry is trying,
Bill, oh Buffalo Bill,
to paint the buffaloes cavalry charge
from the naked saddle of a in Indian horseback
poetry is the cure
your wounded heart needs
when the arrow
has pierced the skin
but the scars, you know,
for ever will stay
and never ever ’ll go away
it is, indeed, as if it were,
the final catalogue
of all the poems
your heart can sing
(if life is
PERHAPS NOT
a tale
told by an American idi-ot)
UTU-ATUM- RAH
(da leggere al ritmo di Also spracht Zarathustra)
padre nostro che sei nel cielo
tu padre della vita
altissimo inaccessibile potente
che nessuno sguardo può sostenerne la vista
che accechi con la tua luce e il tuo bagliore
tu che sei la luce
la verità perché illumini il mondo
la giustizia perché al tuo occhio luminoso
ed abbagliante nulla sfugge
la vita perché ogni creatura al tuo calore
si riscalda e si volge fiducioso
tu che illumini la via al mercante
e all'umile mendicante
ogni albero pianta alimento
da te trae sostentamento
tu sposo della terra
e dell’acqua profonda
tu che rendi fertile la terra
in primavera e d’estate
quando forte ritorni a scaldare il mondo
a te che rinasci ogni giorno
e ogni giorno sembri morire
a te sempre più forte della oscura notte
mai ci abbandoni alla notte cupa
che sei sempre stato
sempre sarai
o eterno
rinasci rinasci rinasci
ragazzo,
come conosco il tuo scorno
come
rivedo la tua timidezza
come
rivivo la tua fame di conoscere
e
la mancanza di un sentiero
quanto
daresti per una guida saggia
quanto
vorresti un adulto che china il capo
ad
ascoltare i tuoi ineffabili crucci
bisognerebbe
appena nati
vaccinare il neonato
contro le malattie della vita
il desiderio di vivere
la paura di dover partire
l’attaccamento alle cose
l’attaccamento agli altri
l’attaccamento a se stessi
bisognerebbe
appena nati
vaccinare contro
la voglia di vivere
così che la vita
non ci assalga alla sprovvista
con incursioni di panico
terrore morboso di dipartita
orrore ammalato di vita
diventi
quello che dovrebbe
un atto involontario,
come un gesto spontaneo
e così
naturale,
quasi il tic
di uno schizofrenico d-io
con sindrome da
molteplice scissa personalità
diventi
il canto del divenire del fiume
tranquillo
in primavera
lavori
in corso
come
un pipistrello ora esco di notte
quando
la luce pare che men mi offenda
le
ali stendo per vie deserte
e
il pensiero sembra che ne segua il moto
come
quando cucciolo di femmina
che
mi allattò distante
vedere
e sentire eran tutt’uno
e
canto di ruscelli tra le pietre
e
fruscio di foglie sotto il noce
e i
gherigli molli navigli in una fonte scura
dove
l’occhio puro s’imbeveva
delle
lucide valli e delle colline intorno
e
di là, del misterioso mondo,
eroici
bagliori immaginava il cuore
ora
so che il tempo è come salire il monte
e
ogni cosa si disperde nella bruma in lontananza
e
tutto come allora,
indicibile
e
vorrei solo levare questo peso dal cuore
poetry, my friend, is :-)
Totu sos pintos sun leados dae su situ
Homework for class 1E
:( poetry is(
riding
through the woods at night
when she
shovelling of guns is mute
hiding from
the slings
and arrows
of prose
wooing a
damsel on the brink
of a
precipice
marching
naked as to war
singing the
songs of innocence
and the
woes of experience
loving the
edges of spoonful knives
the
arrogant eye of the blind
which fixes
your wings
on a leaf
of paper
walking on
the edges of hell
the
management of clouds
whispering
sunny words
to muddy
waters
the
business of unknown soldier
planning polite
genocides
the
caravan-siray
of arabian
sunsets
the bazar
of old-fashioned emotions
the harem
is
of the
sultan of words
poetry is
that strange
suspension
of belief
within the
grave (and) the cradle
Totu sos pintos sun leados dae su situ
http://www.cep.unt.edu
"Why we think nature is beautiful" una istoria de su "pittoresco" in sa pintura.
"Why we think nature is beautiful" una istoria de su "pittoresco" in sa pintura.
Ero sicura che le avrebbe messe. E bravo professore, anche poeta.
RispondiEliminaIn sardo per i poetuncoli come il sottoscritto c'è un bel detto: "poeta de pittirakka" che significa più o meno "poeta rustico" (lett. di sentiero campestre)
RispondiEliminaLa poesia e' l' impronta che cresce con noi durante il cammino della vita... Speriamo di leggerne tante altre parole così,Professore,aiutano a crescere bene... Sono proprio l'essenza della vita...
RispondiElimina